Intervista al quotidiano Il Giornale

Sono stato intervistato dal quotidiano “Il Giornale” su come evitare i conflitti nel lavoro.

Confidenze, sorrisi e pazienza: il decalogo per lavorare felici
Psicologi nelle aziende per evitare i conflitti:
«Ma attenti ai compromessi, possono schiacciare i meno forti»



Consigli in pillole, suggerimenti e piccoli accorgimenti. Perchè a volte correggere la rotta è più facile di quello che pensi e porta a grandi mete.

Anche al lavoro, che competitivi e felici non è uno slogan da pubblicità ma qualcosa di concreto. A partire proprio da quel tuo collega con cui condividi la scrivania e che a volte proprio non sopporti, o da quel gruppo di lavoro con cui devi passare così tanto tempo che a volte sembra la tua famiglia. L’entrata in campo di un esperto può fare davvero la differenza. È per questo che sempre più aziende ricorrono alla presenza di uno psicologo che supporti emotivamente i dipendenti, coach motivazionali che intervengono per prevenire i conflitti, aiutano a migliorare la comunicazione, suggeriscono in quale trappola non cadere per fare carriera.

Sono anni che lo psicologo Massimo Perciavalle si occupa di delicate dinamiche aziendali, fondatore della Scuola di Alta Formazione «Make it So» a Roma, career e business coach, supporta giovani e professionisti nella ricerca del lavoro. «Viviamo in contesti organizzativi in continuo cambiamento che portano le persone davanti a difficoltà individuali e di team», spiega. «In questi contesti è più facile che le relazioni si inclinino o carichi di lavoro portino a conflitti che in modo sempre più veloce alimentino sentimenti di aggressività e rabbia. Il conflitto va risolto sul nascere». Facile a dirsi, ma da realizzare, meglio affidarsi allora a uno del mestiere, a una Wendy Rhoades, proprio come nella serie televisiva Netflix «Billions», capace di motivare e tenere unito il team. E c’è una Wendy Rhoades anche nel trevigiano, alla Velvet Media, azienda di marketing con filiali a Bangkok, Denver e Dubai. «L’azienda- spiegano – è cresciuta esponenzialmente nel giro di pochi anni. Fatturato in crescita e soprattutto personale in aumento».

Da gestire, da amalgamare. Creare il gruppo non è facile eppure è tutto qui. Sentirsi parte di un team, crederci e dare il massimo. «Fa la differenza», racconta Damarì Feltracco, 41enne psicologa e psicoterapeuta che si occupa dei dipendenti. Lei che « valorizzerà i processi di team building in azienda». Un coach delle emozioni per aumentare la produttività in ufficio. «Vengono da me e raccontano i motivi di conflitti e i problemi. Io, in questo spazio neutro, li aiuto a focalizzare, a mettere a fuoco, da altre prospettive. E serve». A stemperare, a fare pace, a sentirsi meglio e dunque anche a lavorare di più. Sembra facile, e a sentire gli esperti, le regole base, applicabili per tutti, ci sono.

1 Non parlare, pensa. In situazioni «a rischio» meglio applicare il vecchio mantra: prima di dare fiato, conta fino a mille. A quel punto, probabilmente il sistema di raffreddamento del sistema nervoso avrà provveduto al raffreddamento. (O almeno si spera)

2 Viva l’autenticità. Meglio promuoversi per come effettivamente si è. Evitare, soprattutto durante i colloqui, di vendersi come super eroi. Le bugie in questo caso hanno le gambe più che corte, cortissime. E guai poi a non soddisfare le aspettative che il capo si era fatto. Le illusioni, ma ancora peggio le disillusioni bruciano e possono fare male.

3 Più accordi che compromessi. Come in un’orchestra, ognuno dovrebbe trovare il proprio suono, la propria nota e poi suonare tutti in accordo. Cosa diversa è invece il compromesso. Quest’ultimo, decisamente sopravvalutato, impone di fatto la rinuncia di qualcosa a qualcuno. Spesso il più debole soccombe.

4 Ricordarsi di sorridere. La felicità è contagiosa e migliora la vita di tutti.

5 Vivere costruttivo ogni giorno è un atteggiamento e bisogna esercitarsi e crederci davvero.

6 Viva il rapporto confidenziale tra colleghi. Chi lo ha detto che bisogna distinguere tra amici e colleghi? Organizzare una partita di calcetto, un cinema, rende il gruppo più unito; e lontano dal posto di lavoro i rapporti generalmente migliorano.

7 Ricordarsi sempre il giorno del colloquio. Quando hanno chiesto di elencare aspirazioni e punti forti. Ecco: sono ancora lì.

8 Parola d’ordine: personalizzare. A partire da te. Dimostrare di avere una personalità ben definita e farla emergere sempre.

9 Conflitti no grazie. Prevenire non solo facendo richieste chiare, ma sentendosi attore protagonista del conflitto, parte in causa e responsabile quanto l’altro.

10 Tutti contenti è meglio. Se si pensa esclusivamente al proprio tornaconto si va poco lontani.

Chiaro no?

Se sei interessato a ricevere consulenza riguardo a questo tema scrivimi a m.perciavalle@makeitso.it