Un linguaggio critico e depotenziante rivolto a noi stessi porta nel lungo periodo a una bassa autostima e ad una percezione di scarsa fiducia nei propri mezzi. Se vuoi davvero trovare o ritrovare la fiducia in te stesso, è necessario che modifichi questo meccanismo che ti porta a giudicarti in modo così negativo e ingiusto e conoscere le tue emozioni ricorrenti. È importante precisare che le emozioni sono naturali e biologiche, ci arrivano e non possiamo controllarle, sono legittime: gioia, dolore, timore, rabbia, sorpresa e altre.
Non siamo responsabili, quindi delle nostre emozioni e di come esse intervengono ma lo siamo, invece, delle azioni che facciamo seguire in risposta ad esse.
Quello su cui possiamo intervenire, infatti, sono sugli stati d’animo che seguono all’esplodere delle nostre emozioni e che possono più o meno perdurare. La durata di questi stati d’animo sono sotto la nostra responsabilità e possiamo cambiarla, intervenendo in maniera più razionale cambiando un linguaggio troppo depotenziante per noi o non facilitante, un pensiero ostacolante in uno più produttivo.
La nostra mente lavora in continuazione seguendo degli schemi appresi dall’ambiente circostante (famiglia, scuola, lavoro, amicizie ecc.). La maggior parte delle volte, però, questi schemi causano un pensiero limitante che può condurre anche a degli stati di sofferenza, poiché non offrono degli spunti positivi riguardo alla vita. L’attenzione che puoi volgere agli atteggiamenti e ai ruoli negativi che vivi ogni giorno ti faranno meglio comprendere come funzionino la tua mente e i sensi.
Ottieni il lavoro che vuoi
Quando viviamo un insuccesso, questo avviene perché noi costruiamo immagini mentali che portano con sé sentimenti che si localizzano nel corpo, le interpretazioni che volgiamo, creano frizione interna e la mente sviluppa modelli di riferimento confusi e resistenze che intrappolano l’energia e la nostra intelligenza e questo ci fa errare. Quante volte al termine di una giornata passi in rassegna quello che è successo e ti saltano in mente solo gli eventi negativi, quelli critici, i conflitti, le tensione e le cose lasciate in sospeso?
Ho affermato più volte che pensare alle sole cose negative è uno schema improduttivo e come tale deve e può essere sostituito da uno più efficace e più “creativo” per la tua esistenza. A che cosa ti serve restare a pensare che tu non possa farcela, che ti possano accadere cose brutte, restare in uno stato di preoccupazione o di immobilismo per paura di? Non sarebbe più proficuo credere che possa accaderti qualcosa di magnifico e grandioso? Che tutto questo potrebbe cambiare, se tu solo lo volessi?
Per aiutarti a focalizzarti sul bicchiere mezzo pieno e aumentare il tuo grado di efficacia ti invito a svolgere un esercizio che ti permette di pensare alle tue realizzazioni, ossia ai momenti della tua vita in cui ti sei sentito efficace. Questo esercizio lo puoi utilizzare per focalizzarti sulle risorse che disponi per affrontare le problematiche della tua vita in genere o anche per capire i tuoi punti forti da valorizzarli nell’area lavorativa.
Pensa all’ultima volta che hai risolto un problema importante, e ti sei sentito soddisfatto di te stesso e realizzato. Cosa volevi ottenere? Cosa ti sarebbe piaciuto fare?:
Scrivi le tue osservazioni: quella volta che………..
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Come hai agito? Come ti sei comportato? Quali emozioni sono emerse?
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Qual è stato il risultato finale? Cosa hai ottenuto
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Ripensando a questo episodio di successo cosa ne pensi, come ti giudichi? Come ti vedi ripensando a quella situazione?
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Cosa ti riconosci in termini di:
CONOSCENZE COMPETENZE QUALITA’ PERSONALI
(Io so) (Io so fare) (Io sono)